L’Italia non è solo la patria della pasta e della pizza. Il
classico “menù estivo” italiano, infatti, non può che concludersi con il più amato dei dolci: il gelato. Secondo un recente sondaggio di
Ipsos, condotto per
Magnum, è infatti proprio
il gelato il primo dei vizi di cui gli italiani proprio non possono fare a meno durante le vacanze estive (ma non solo). In un Paese dove appunto la cucina è il vero
punto di orgoglio di un’intera nazione, su un campione di
338 italiani intervistati, ben il
65% (
praticamente 7 su 10) ha confermato che il
gelato è – e resta – il principale “
tasto dolente” della dieta mediterranea.
D’estate si può rinunciare a un buon bicchiere di vino, a una pizza con gli amici o a una ricca insalata
ma non si può rinunciare alla freschezza di un gelato che per oltre la metà degli intervistati resta comunque anche una valida alternativa a un pasto completo. In vetta alla
top five, dopo il gelato che appunto si piazza al primo posto, troviamo la
pizza con il
18% che si è posizionata sul
secondo gradino del podio, seguita da una gustosa grigliata di carne (
3° con l’11%). A parimerito, con il
3% ciascuna, la freschissima caprese e la classica insalatona estiva chiudono la graduatoria
in fondo alla top 5.
“I dati del consumo del gelato sono in
continua crescita soprattutto in
Italia, ma anche nel resto d’
Europa: un trend che vede il gelato essere
al primo posto tra le scelte dei consumatori. Dati e numeri importanti di un mercato ormai consolidato nel Vecchio continente e che ci porta a sperimentare nuovi sapori e a sfidare i confini del gusto” ha evidenziato
Stefania Mauri, direttrice Marketing Italia.
Un dato che, come confermato anche dalle analisi di mercato di
IndexBox, non lascia dubbi. Nel 2024, infatti, nell'intera Unione europea sono state consumate circa
1,9 milioni di tonnellate di gelato, con
un aumento del 2,6% rispetto al 2023. I Paesi con i maggiori volumi di gelato, lo scorso 2024 sono stati
Germania (285mila tonnellate),
Francia (280mila tonnellate) e
Italia (
261mila tonnellate), che insieme rappresentano il
44% del consumo totale. Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Belgio, Polonia, Romania e Repubblica Ceca sono rimasti leggermente indietro, rappresentando insieme un ulteriore 34%.