Lago dOrta: i canneti e la felce del lago sono in pericolo

Per i suoi valori di diversità floristica e vegetazionale il lago d’Orta, insieme alle aree umide del Mottarone, è stato identificato come un’area importante per le piante in Italia dalla Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente del territorio e del Mare.

Autore: Redazione Greencity

A un anno dalla firma del Contratto di Lago del Cusio, che prevede una serie di iniziative per la salvaguardia del territorio, sono tante le iniziative realizzate a supporto della salvaguardia del Lago d'Orta. A promuoverle e divulgarle alla comunità, oltre che a fare rete tra i partner, è l’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone.
Il censimento della flora dei canneti e degli ambienti del lago ha portato alla realizzazione di 130 rilievi, corrispondenti a circa 1.400 osservazioni. Grazie a questi dati, è stato possibile compilare un primo elenco floristico dedicato alla flora lacustre e peri-lacustre del lago. Il lago d’Orta ospita 70 popolamenti di canneti equivalenti a circa 8700 mq. Tuttavia, questi sono in continua regressione.
Nell’ultimo decennio, considerando l’intera area del lago d’Orta, la perdita dei canneti è stata di circa il 40% mentre la contrazione registrata, per i soli popolamenti del settore meridionale del lago che ospitava fino al 2010 la maggiore estensione, è stata dell’84%. I canneti che mostrano i più evidenti segni di deterioramento si trovano alla baia di Gozzano, un luogo turistico in provincia di Novara, botanico Roberto Dellavedova.Il censimento ha permesso di investigare altri ambienti delle sponde del lago, dove complessivamente sono stati individuati 10 habitat naturali differenti.
Se a lungo il lago d’Orta è stato considerato un lago quasi privo di vita, il recupero delle qualità delle sue acque ha favorito il ritorno delle comunità vegetali acquatiche che restituiscono ambienti e specie che erano giunte sull’orlo della scomparsa.
La presenza di specie esotiche è un indice di come le attività dell’uomo influiscano sulla composizione floristica: circa il 27 % della flora del lago è composta da specie alloctone, per cui non originarie del territorio, di cui un terzo (9 %) ha un carattere invasivo. A livello globale sono ormai all’ordine del giorno le evidenze di un’alterazione degli equilibri climatici come conseguenza del surriscaldamento. L’archiviazione puntuale dei dati floristici, oltre ad essere di immediata utilità è, in realtà, un messaggio lasciato alle generazioni future che potranno rendersi conto di come era strutturata la componente biotica del lago d’Orta.
In calendario vi sono diversi progetti, alcuni già attivi e altri in via di partenza. Tra questi, il progetto Cusio 2030, che prevede interventi sull’ecosistema dell’Orta per la reintroduzione di specie  ittiche autoctone, come l’agone, e il monitoraggio di specie invasive tra cui i gamberi di fiume americani.

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