Spreco di cibo, 5 consigli dellesperto Fabio Iraldo per evitarlo

Fabio Iraldo, professore ordinario di Management presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, ha condiviso con gli utenti della piattaforma di food delivery alcuni consigli concreti per ridurre lo spreco alimentare in occasione della giornata mondiale del 29 settembre

Autore: Redazione Greencity

l 29 settembre si osserva la giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari. Per l’occasione, Uber Eats ha creato un vademecum, in collaborazione con Fabio Iraldo, professore ordinario di Management presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che propone alcune semplici regole da adottare quotidianamente in qualsiasi cucina - da quelle di casa a quelle più professionali - affinché ognuno possa minimizzare la propria impronta ambientale. 
 “Di tutto il cibo prodotto nel mondo quasi la metà viene sprecata, circa 2 miliardi di tonnellate ogni anno. Sebbene lo spreco avvenga lungo tutta la catena alimentare, si stima che gli sperperi di noi consumatori ammontino a ben un terzo di tutte le pietanze preparate e servite sulle nostre tavole” ha dichiarato Iraldo. “Alla luce di queste considerazioni, si può constatare quindi che le persone dovrebbero essere educate e sensibilizzate sulla necessità di adottare una “dieta sostenibile” e incentivate a ridurre al massimo gli sprechi”.  
Le nostre abitudini alimentari infatti incidono profondamente sulla qualità dell’ecosistema in cui viviamo, tanto che la produzione e il consumo di cibo è responsabile di oltre il 35% degli impatti ambientali complessivi.  Per ridurre lo spreco alimentare e tutelare l’ambiente si possono tenere a mente 5 consigli pratici:    Una volta avviata la cottura di un piatto, è possibile spegnere i fornelli ed utilizzare il calore accumulato per una cottura passiva, sfruttando la dissipazione graduale che consente di continuare a cuocere senza sprecare energia.   Di molte verdure soltanto il “frutto” è edibile, di altre, invece, è edibile l’intera pianta. L’impronta ambientale della prima tipologia è molto superiore rispetto alla seconda, in quanto vengono scartate - e quindi sprecate - molte parti della pianta. Preferire le verdure interamente edibili aiuta a evitare questi sprechi.  Esistono degli elementi che, pur essendo considerati “cibi”, sono strumentali alla cucina di altri piatti. Un tipico esempio sono i “condimenti” (come sale, zucchero e olio): questi andrebbero utilizzati sempre con grande parsimonia in virtù dell’impatto non irrilevante delle loro filiere.   Per alcuni alimenti, come ad esempio la pasta, il consumo idrico della fase di cottura rappresenta un impatto sull’ambiente decisamente impattante. Quando l’acqua di cottura esaurisce la propria funzione, invece di gettarla, si potrebbe riutilizzare per la preparazione di altri piatti. Anche l’acqua utilizzata per lessare le verdure, peraltro ricca di sostanze nutritive e minerali, può essere impiegata come ingrediente per altre preparazioni.  Quando si sceglie un prodotto, si sceglie sempre anche il packaging in cui esso è commercializzato. Optare per prodotti alimentari che hanno un packaging più “leggero”, oppure in materiali innovativi (es. biodegradabile) oppure ancora composto di materiali riciclati, può contribuire a evitare lo spreco di materia. 

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