WWF: la vendita di carne di animali selvatici contribuisce alla diffusione di gravi epidemie

WWF: "Il contatto con specie selvatiche come pipistrelli, civette delle palme, scimmie e altri animali (prevalentemente uccelli e mammiferi) possa portare all’insorgere e contribuire alla diffusione di gravi zoonosi". 

Autore: Redazione Greencity

Un recente studio del WWF mette in evidenza come il consumo di bushmeat (letteralmente “carne di foresta”) è in drammatica crescita in molte aree del mondo e mette a rischio anche la salute umana. In generale, secondo l’UNDC (Ufficio delle Nazioni Unite per Droghe e Crimini), sono 7.000 le specie minacciate dal bracconaggio e dal commercio illegale, causato anche dal commercio a scopo alimentare di carne di primati (gorilla, scimpanzé) ma anche di pangolino e di piccole antilopi.
Come sappiamo, infatti, è comprovato che il contatto con specie selvatiche come pipistrelli, civette delle palme, scimmie e altri animali (prevalentemente uccelli e mammiferi) possa portare all’insorgere e contribuire alla diffusione di gravi zoonosi. 
A fine alimentare vengono cacciate le più svariate specie animali, dai rettili ai pangolini, dalle antilopi agli ippopotami, per arrivare drammaticamente alle grandi scimmie come gli scimpanzé e i gorilla. Il bushmeat viene consumato direttamente nelle foreste, ma anche trasportato nelle campagne e nelle città.
Così come la caccia e il consumo di bushmeat, anche il commercio di fauna selvatica o di parti di essa (wildlife trafficking) e il diretto contatto con parti di animali attraverso lo scambio di liquidi, o altro, espongono l’uomo al contatto con virus o altri agenti patogeni di cui quell’animale può essere un ospite.
Il virus della SARS - che nel 2002-2003 ha causato più di 800 morti ed è costato più di 80 miliardi di dollari a livello globale - è emerso dai pipistrelli, è passato alle civette delle palme (un mammifero viverride) e, in ultima analisi, ha infettato le persone nei mercati di animali vivi della Cina meridionale. Ugualmente, si sospetta che la recente epidemia di Coronavirus sia scoppiata in uno dei tanti mercati cinesi, dove sono in vendita animali selvatici tra cui i pipistrelli frugivori e altre specie selvatiche.
ll WWF: "La recente decisione della Cina di vietare sul proprio territorio nazionale il commercio di animali vivi a scopo alimentare rappresenta una scelta di fondamentale importanza, ma ancora non sufficiente. Ancora una volta, l’uomo si trova a dover fronteggiare con colpevole ritardo una pandemia favorita dalle sue stesse azioni che avrà costi enormi sia in termini di vite umane che a livello sociale ed economico".

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