Copernicus: gli ultimi tre mesi di questo inverno sono i più caldi mai registrati in Europa

Carlo Buontempo, direttore di Copernicus: "Vedere un inverno così caldo è sconcertante, ma non rappresenta una tendenza climatica in quanto tale. Le temperature stagionali, soprattutto al di fuori dei tropici, variano significativamente di anno in anno".

Autore: Redazione Greencity

Secondo Copernicus Climate Change Service (C3S) gli ultimi tre mesi di questo inverno, da dicembre 2019 a febbraio 2020, sono stati di gran lunga i più caldi mai registrati in Europa. 
Per via del costante clima mite in Europa, in particolare nel nord e nell'est, lo scorso inverno ha superato di 3,4 ° C la temperatura media della stagione invernale nel periodo 1981-2010 e ha registrato una temperatura di quasi 1,4° C in più rispetto a quella del precedente inverno di caldo record, registrato nel 2015/16. A novembre le previsioni stagionali di C3S avevano già indicato la consistente possibilità di avere un inverno caldo in Europa.
"L'Europa ha vissuto il suo inverno più mite in assoluto. Pur essendo un singolo caso limite, è probabile che questo tipo di eventi siano resi più estremi per la tendenza al riscaldamento globale", afferma Carlo Buontempo, direttore di Copernicus Climate Change Service (C3S). "Vedere un inverno così caldo è sconcertante, ma non rappresenta una tendenza climatica in quanto tale. Le temperature stagionali, soprattutto al di fuori dei tropici, variano significativamente di anno in anno. Parte del nostro lavoro consiste nel confrontare i dati climatici risalenti all'era preindustriale per definire tendenze climatiche a lungo termine, in modo che, sulla base dei dati C3S, individui, istituzioni e responsabili politici possano prendere decisioni informate tenendo conto dell'evoluzione delle temperature climatiche."

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