Una ricerca su Nature spiega le origini e il perché della longevità del Nilo

Il Nilo ha continuato a fluire per circa 30 milioni di anni nella stessa direzione attraversando il più arido dei deserti.

Autore: Redazione Greencity

Il Nilo ha continuato a fluire per circa 30 milioni di anni nella stessa direzione attraversando il più arido dei deserti. E' questa la clamorosa scoperta scientifica che spiega i motivi dell'origine del fiume e della sua longevità frutto del lavoro di un'equipe internazionale di ricercatori coordinata da Claudio Faccenna dell'Università di Roma Tre.
Lo studio è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Geoscience con l'articolo "Ruolo della topografia dinamica nel sostenere il fiume Nilo da oltre 30 milioni di anni".
Il Nilo è un fiume che incuriosisce da sempre la scienza grazie alle sue affascinanti peculiarità. È uno dei fiumi più lunghi al mondo, percorre il più largo ed arido deserto sulla Terra prima di gettarsi nel Mediterraneo, fin dall'Età della Pietra è culla di civiltà: la scoperta pubblicata oggi aggiunge un altro tassello alla comprensione di un fiume dai così tanti primati.Una scoperta importante che lega le dinamiche del mantello terrestre con la topografia, quindi i movimenti del sottosuolo con il suolo terrestre. L'originalità del lavoro consiste, dunque, nello stabilire l'esistenza di una diretta correlazione tra i processi superficiali, come lo scorrere di fiumi intra-continentali, e i processi profondi che avvengono nel mantello della Terra.
In particolare, la ricerca sostiene che lo schema di drenaggio del fiume Nilo è persistito negli ultimi 30 milioni di anni perché un movimento simile a un nastro trasportatore, o "cella di convezione", nel mantello terrestre ha stabilizzato la topografia superficiale.
I sistemi di drenaggio dei grandi fiumi sono stati da sempre un enigma per la scienza e per il Nilo, in particolare, si sono presentate due ipotesi in contrasto tra loro. Nel primo scenario, quello qui sostenuto, il flusso fluviale dall'Etiopia al Mediterraneo è stato attivo negli ultimi 30 milioni di anni. Nel secondo, i percorsi di drenaggio portavano dall'Etiopia verso ovest, ossia verso il bacino del Congo, o verso nord-ovest verso il bacino del Sirte, e un collegamento con il Mediterraneo fu stabilito molto più tardi, circa 5 a 8 milioni di anni fa.
Claudio Faccenna, dell'Università di Roma Tre, capofila del progetto, con la collaborazione internazionale dell'Università di Austin Texas, di Miami in Florida, dell'Università di Milano e del Servizio geologico israeliano a Gerusalemme, ha ricostruito, con sofisticate tecniche di modellazione numerica, l'evoluzione del paesaggio africano nel passato e le possibili traiettorie dei fiumi, dimostrando che il Nilo ha continuato a fluire per circa 30 milioni di anni nella stessa direzione attraversando il più arido dei deserti.
"Il nuovo studio presenta prove geologiche e geofisiche, nonché simulazioni con un modello geodinamico - sostiene il geologo Claudio Faccenna - che suggeriscono che il gradiente topografico che ha permesso il fluire del fiume è controllato dalla convezione che avviene nel mantello terrestre ovvero a profondità di diverse centinaia di chilometri. I moti del mantello, infatti, sarebbero responsabili del sollevamento degli altipiani etiopici, che rappresentano le sorgenti del Nilo Blu, e della subsidenza del delta del Nilo nel Mediterraneo, dando stabilità alla topografia di superficiale".
Questo studio è avvalorato dalle indagini che i geologi del Dipartimento di Scienze di Roma Tre, Dipartimento di eccellenza italiano 2018-2022, stanno effettuando da diversi anni in Etiopia in collaborazione con l'Università di Addis Abeba.

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